L’Associazione Italiana Genitori nasce nel 1968 su iniziativa di un piccolo gruppo di genitori, coordinati da Ennio Rosini e Angela Crivelli, per riunire iniziative già presenti in varie parti d’Italia attuate da genitori animati da un forte senso civico, consapevoli che il ruolo educativo dei genitori va compreso e assunto anche nell’ambito sociale.
L’AGe opera in tutti gli ambiti dove si agisce l’educazione dei giovani:
  • Opera all’interno delle scuole: riconosciuta dal MIUR con Circolare n° 255 del 1991 che consente “ai suoi rap­presentanti di entrare nelle istituzioni a rendere più incisiva e funzionale la partecipazione, a diffondere materiale informativo per collegare la vita della scuola a quella più vasta e complessa della comunità sociale” (cfr. anche Direttiva n° 16 del 5/02/00).  L’Associazione, inoltre, è coinvolta nelle attività promosse dal MIUR nell’informare i genitori in ordine alle opportunità di scelta e di cooperazio­ne che la normativa riserva loro. In molte realtà locali le Associazioni Genitori realizzano, in convenzione con le scuole, attività complementari ed integrative in orario extra – curricolare (DPR 567/96 e successive modifiche).
  • Collabora con amministrazioni locali e altre associazioni nei vari territori per: la formazione dei genitori, la prevenzione del disagio giovanile, l’educazione alla legalità, l’inclusione dei ragazzi disabili nella scuola e nel tessuto sociale, ….
  • Promuove e tutela la salute dei bambini attraverso la collaborazione con società scientifiche di Pediatria (SIP, SIPPS, SIMEUP)
È diritto fondamentale di ogni bambino raggiungere il massimo livello possibile di salute e benessere senza distinzione di etnia, genere, età, condizione sociale e possibilità economica.

Promuovere e tutelare la salute dei bambini rappresenta un intervento prioritario per Age e va attuato attraverso la collaborazione e, se possibile, la “partnership” con soggetti pubblici e/o privati siano essi genitori, pediatri, educatori, operatori sanitari, Aziende sanitarie, etc. L’impegno di AGe per la salute dei bambini si realizza anche attraverso la promozione di iniziative realizzate in collaborazione e con il sostegno di Società scientifiche e di enti preposti accreditati e che comprendono laboratori del Gruppo di Sostegno alla Genitorialità ed il periodico “Conoscere per Crescere”, diffuso da Editeam negli studi medici pediatrici e nelle scuole.

SCOPI STATUTARI

Gli scopi dell’Associazione sono:

  • individuare ed approfondire quanto concerne il bene e l’interesse dei figli sotto il  profilo educativo, sociale, culturale, etico, fisico e psicologico;
  • sostenere la responsabilità educativa dei genitori nei confronti della scuola e dei problemi posti dai mass-media e dall’ambiente sociale nel quale vivono i loro figli, per individuare  le modalità di presenza ed i settori di intervento;
  • fornire aiuto e consulenza ai genitori per il migliore sviluppo della loro personalità e di quella dei figli;
  • favorire percorsi di inclusione dei bambini diversamente abili e delle loro famiglie nella scuola e nella vita sociale;
  • promuovere attività di educazione interculturale per la convivenza interetnica;
  • contribuire al miglior compimento dell’opera degli educatori (genitori, insegnanti, operatori…) promovendo a tal fine corsi di formazione, incontri, servizi ed ogni altra attività atta allo scopo;
  • stimolare la costituzione di tutti quegli organismi attraverso i quali può  realizzarsi la partecipazione della famiglia alla vita dell’istituto scolastico e della comunità sociale;
  • intervenire presso le autorità competenti per proporre le soluzioni più idonee riguardanti le problematiche educative e familiari;
  • promuovere azioni di tutela degli interessi collettivi, relativi alle proprie finalità associative.
MISSION

Ricostruire il patto educativo globale: azioni per ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva».
Risvegliare menti e cuori, perché fiorisca nel mondo della velocità e della distrazione una vera e propria “alleanza educativa”, della quale abbiamo tutti bisogno e, in modo particolare, i giovani.
Viviamo, oggi, in un’era caratterizzata da cambiamenti velocissimi, da un vero e proprio vortice di mutamenti improvvisi e rapidi sia nel mondo della tecnologia sia in quello delle relazioni quotidiane.
In tale situazione, quindi, l’identità stessa dell’individuo perde spessore e normale sicurezza, la struttura psicologica si disorienta e, addirittura, si disintegra, lasciando tanta insicurezza, ansia e sofferenza interiore.

“Ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo che coinvolga tutti. Per questo è necessario costruire un “villaggio dell’educazione” dove, nella diversità, si condivida l’impegno di generare una rete di relazioni umane e aperte” (Papa Francesco).

Costruiamo comunità inclusive, accoglienti e solidali, con al centro la persona, avendo il coraggio di investire le migliori energie con creatività e responsabilità, mettendoci al servizio della comunità.
Coltiviamo una maggiore sensibilità ecologica e una diligente e vigile attenzione alle buone relazioni umane.

Come associazione sentiamo urgente la necessità di rendere concreto l’appello che Papa Francesco rivolge alle donne e agli uomini del nostro tempo, con la sua enciclica “Laudato Si’”: riappropriarci della consapevolezza di un’ecologia umana integrale.

Il degrado della natura è strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana, degrado che impatta e acuisce problematiche di giustizia sociale, specie verso i più deboli. Le problematiche ambientali sono connesse alla sfera delle relazioni umane, sociali, culturali e politiche tra i popoli. In questa visione “integrale” occorre elaborare dunque un nuovo paradigma culturale e sociale di umanità incentrato sulla “cultura della cura” contro una “cultura dello scarto”.

L’Age, a tutti i suoi livelli, desidera condividere questo appello al cambiamento lavorando per coinvolgere in attività, dunque nell’interpretazione data all’impegno di realizzare una ecologia integrale, quanti siano capaci di apportare il proprio contributo partecipandolo e rendicontandolo agli altri, in termini di:

  • Sensibilizzazione e promozione culturale e sociale sul tema dell’ecologia umana integrale, come ISTITUZIONI (Scuole, Università, Chiesa, Comunità Montane, Enti Parco, GAL – Gruppi di Azione Locale);
  • Rilevanza sociale, nuovi stili di vita e di partecipazione attiva alla res publica, come CITTADINI, in primo piano le famiglie e le reti di cittadini, associazioni, GAS.
  • Responsabilità Sociale d’Impresa, come IMPRENDITORI;

Nuovi Stili di Vita si impongono come priorità per contribuire con gesti concreti e comportamenti rinnovati, in rapporto alla natura, alle cose, al mondo, alle relazioni umane, all’edificazione di una nuova umanità, un’umanità autentica.

L’incidenza e la pressione dei mutamenti socio-culturali sulle abitudini e sugli stili di vita, la visione consumistica, la rivoluzione nei linguaggi, la presenza pervasiva degli strumenti di comunicazione e delle nuove tecnologie informatiche e multimediali, lo svilimento dei valori, rendono sempre più impegnativa e difficile l’educazione delle nuove generazioni.

Obiettivi generali

  • Sviluppo della “Genitorialità sociale”, per divenire genitori più consapevoli, con maggiore attenzione al proprio ruolo educativo, che collaborano tra loro e con le istituzioni, aumentando capacità di partecipazione costruttiva, maggiore senso civico e di comunità.
  • Costruire una comunità accogliente, inclusiva e solidale.

Obiettivi specifici

  • Costruire competenze sociali
  • Migliorare le relazioni educative
  • Fornire supporto significativo agli adulti impegnati a scuola e in famiglia
  • Favorire la costruzione di modelli di dialogo fra famiglia, scuola e territorio.
  • Favorire il risveglio del senso di vicinanza e di solidarietà e condivisione.

Nel contesto socio-culturale attuale ogni intervento educativo che si intende realizzare deve riuscire a tenere insieme il dato della complessità sociale odierna e la necessità di costruire alleanze che oltre a condividere strumenti, modalità organizzative e pratiche di lavoro sappiano individuare comuni prospettive di senso e cambiamento.
Alleanze accessibili e aperte che mirino a trasformare i contesti educativi territoriali in vere e proprie comunità educanti, anche attraverso il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i soggetti territoriali del pubblico, del privato sociale e del privato che possono concorrere alla realizzazione degli obiettivi: le famiglie, la scuola, le istituzioni, le forze dell’ordine, le fondazioni, le associazioni, le cooperative sociali, le organizzazioni del volontariato, le parrocchie, le società sportive, i centri di ricerca e le università.
Un sistema verticale e orizzontale di collaborazioni e senso condiviso che da subito deve essere capace di rivolgersi ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle loro famiglie, pensando a loro non solo come destinatari dei servizi ma come protagonisti e attori attivi delle iniziative programmate e attivate.
La comunità educante è mettere in moto le operosità, cioè riconoscere che ognuno ha qualcosa in cui è capace e allo stesso tempo che nessuno può bastare a sé stesso. Ognuno può essere operoso a suo modo, mettere in moto qualcosa che può servire ad altri. Questo è lo scopo principale della comunità educante, non far vivere nessuno in una posizione assistenziale, uscire dalla logica di chi ha e chi non ha, chi ha sapienza e chi è sciocco, chi è bene educato e chi è maleducato.
L’accento va posto sull’importanza dell’ascolto, della reciprocità, della condivisione, dell’integrazione, delle emozioni, della comprensione, dello sviluppo di comunità.
Condizione necessaria per il comunicare è la relazione reciproca all’ascolto, come in una relazione di tipo musicale, in cui è possibile esprimersi e ascoltare gli altri simultaneamente.

I punti focali dell’educazione e delle attività da svolgere all’interno della comunità educante sono:

  1. Allargare la consapevolezza ai diversi attori della comunità educante;
  2. Conoscersi e riconoscersi;
  3. Aprire e condividere gli spazi;
  4. Promuovere/creare condizioni concrete di condivisione;
  5. Contrastare la frammentarietà.

L’esperienza fatta da molte agenzie educative negli ultimi anni segnala un bisogno diffuso di formazione e riflessione da parte di tutti gli educatori, in primo luogo gli stessi genitori. I genitori avvertono il bisogno di non sentirsi soli; capita che si sentano in colpa per gli insuccessi dei figli; si sentono vittime della complessità della vita, di un contesto sociale dove se non ci si adegua ci si sente “tagliati fuori”; sentono il peso delle paure rispetto ai problemi sociali; si avverte il bisogno di “capire” i figli, più che “sapere” di loro.

SCUOLA GENITORI

L’Associazione Genitori da molti anni realizza in molte località, sparse in ogni Regione ed in molte Province, l’esperienza della “ScuolaGenitoriA.Ge.” già dimostratasi particolarmente efficace per risultati formativi e  per il consenso suscitato tra i genitori e gli educatori.

La formazione dei genitori sta riscontrando consenso crescente nelle scuole e tra gli Enti Locali, che mostrano interesse a coinvolgere le famiglie in campo educativo, assistenziale e di recupero delle situazioni di emarginazione.

Gli interventi di formazione costituiscono la precondizione per sorreggere la qualità degli apporti familiari nei diversi settori di intervento.

Obiettivi specifici delle ScuoleGenitoriA.Ge. e dei laboratori educativi sono

  • esaltare le potenzialità formative dei genitori ed incrementare la loro autonomia, superando la metodologia “top down” per valorizzare la linea “bottom up”, mediante il confronto del piccolo gruppo e dell’analisi dei problemi concreti.
  • aiutare i genitori a condividere esperienze e riflessioni per un costante aggiornamento della “funzione genitoriale” in modo da liberarsi dai condizionamenti e diventare più consapevoli,
  • accrescere la consapevolezza, valorizzare le attitudini e le risorse già presenti nelle famiglie.   In questo senso si distingue da altri metodi più mirati a curare le patologie della famiglia, in quanto interviene non con terapie, ma attraverso il confronto tra il facilitatore (che è egli stesso un genitore) e il gruppo di genitori ed educatori,
  • promuovere itinerari di apprendimento non – formale per cambiare costume di pensiero e di azione, per essere operativi e concretamente utili a sé ed agli altri,
  • stimolare la sapienzialità naturale presente nelle persone piuttosto che trasmettere nozioni, stimolando  l’aiuto reciproco, indicando quale tipo di riflessione fare su di sé e sul figlio nelle concrete e varie

La specificità dell’impostazione e della metodologia consiste nel condurre i genitori e gli educatori ad acquisire  competenze e recuperare o formarsi  l’auto – stima indispensabile per trovare ed attivare soluzioni  dentro e fuori l’ambiente domestico.